La Conferenza Mondiale sul Clima a Parigi si è da poco conclusa. Un appuntamento offuscato dalle forti tensioni internazionali e dai venti di guerra che sembrano soffiare. Eppure su questa conferenza le attese per un cambio di passo erano più del solito, forse anche grazie alla recente enciclica di Papa Francesco “Laudato Sì” e al suo impegno internazionale per la promozione di una rivoluzione ecologica.
Abbiamo raggiunto il dott. Germano Zanini, Presidente di ForGreen Spa e da sempre impegnato nella promozione dell’energia pulita per commentare le recenti notizie relative al clima e all’ambiente.
Dottor Zanini iniziamo da Parigi: secondo Lei la Conferenza ha rispettato le attese di cambiamento che chiedono un nuovo modello di sviluppo più eco-sostenibile?
L’appuntamento di Parigi è un segnale forte per il mondo: un segnale che invita tutti a soffermarsi sul problema del clima e del rispetto dell’ambiente, due tematiche che non possono più essere ignorate e che tutti, dai capi di stato e governi di ogni latitudine ai settori economici e ai privati cittadini, devono prendersi a cuore. Al di là della consapevolezza però, l’incontro di Parigi deve portare a soluzioni concrete: intendo soluzioni che abbiano un impatto misurabile in termini di riduzione di CO2 a livello globale ma anche soluzioni che siano realistiche da realizzare nei diversi Paesi del mondo, a seconda delle diverse caratteristiche economiche.
Quali sono i punti critici rimasti ancora da risolvere?
I punti critici sono le soluzioni concrete e adattabili ai diversi interessi economici di ogni Paese. La COP21 di Parigi rischia di rimanere un “salotto da chiacchiere” se i Paesi del mondo non si impegnano a cercare di dare il massimo contributo al problema. Inoltre, manca un meccanismo globale per sanzionare chi non rispetta gli accordi.
Ormai da tempo si parla di green economy: a che punto siamo in Italia rispetto al resto del mondo?
L’Italia è indietro rispetto al resto dell’Europa in materia di green economy: ma gli animi si sono svegliati anche qui, la crisi ha dato una scossa a tutti i settori economici i quali si sono guardati intorno per cercare soluzioni e modelli innovativi. Anche in Italia molti hanno visto nella green economy un modo etico per fare impresa e anche un modo per dare un valore aggiunto ai propri prodotti e servizi: di fatto prendersi cura dell’ambiente in cui viviamo è anche un modo molto concreto per prendersi cura dei propri clienti, sia quelli attuali che quelli futuri. Sono fiducioso che nel giro di pochi anni la green economy diventerà economia tout court, perché essere sostenibili diventerà l’unico modo per fornire prodotti e servizi di qualità ed essere allo stesso tempo competitivi sul mercato.
Il Santo Padre nella recente enciclica sulla Casa Comune ha parlato della necessità di cambiare modello di sviluppo, ed in particolare al punto 179 ha citato come esempio la nascita delle cooperative nel campo delle energie rinnovabili. Che cosa ha pensato quando ha letto questo punto?
Il prossimo passo dopo la green economy sarà la sharing economy. Papa Francesco ci ha visto giusto con il punto 179 della Laudato Sì. Un’economia della condivisione (o sharing economy), di cui il modello cooperativo è un’espressione, è un modo per massimizzare i vantaggi economici a vantaggio non più di un solo attore economico, ma di tutti i soggetti coinvolti nel ciclo di produzione e consumo di un prodotto e un servizio. Inoltre, condividere, riusare, riciclare è anche un modo per produrre meno inquinamento e ridurre i costi marginali, quindi è un modo ecologicamente sostenibile per far girare l’economia.
Noi di ForGreen crediamo fermamente in questo nuovo modello dell’economia della condivisione e delle cooperative, e per questo abbiamo pensato di applicarlo subito al nostro settore. Dal 2011 creiamo modelli di cooperative energetiche da fonti rinnovabili dove i cittadini sono chiamati in prima persona a produrre e consumare la propria energia di casa, massimizzando i profitti sia della produzione che del consumo di energia. Inoltre, questi modelli spingono sempre più persone a considerare la bolletta di casa non più come un costo passivo ma come un’opportunità per contribuire alla causa ambientale, perché decidono di passare alle rinnovabili. Quando ho letto l’Enciclica del Papa al punto 179, ho pensato che parlasse proprio di noi: inutile dire che ho sentito un moto di orgoglio per il lavoro che stiamo facendo. E’ stata la conferma più autorevole del fatto che stiamo andando nella direzione giusta. Ma ho anche capito che se il Papa si espone su questo punto, ovvero quello delle cooperative energetiche e della necessità di un nuovo modello economico sostenibile, vuol dire che è ora di cambiare radicalmente il modo di fare economia, specialmente nel settore energetico. E’ ora di attuare una transizione energetica verso le rinnovabili. Ed è ora di farlo attraverso un modello etico, come quello delle cooperative e dell’economia della condivisione.
Il suo Gruppo è da tempo promotore di cooperative nel campo delle rinnovabili coinvolgendo privati ed imprese, secondo Lei, la sharing-economy può davvero essere il motore per un nuovo modello di sviluppo alternativo? L’Italia che cosa sta facendo in questo campo?
Assolutamente sì! La sharing economy è un modello vincente, come dimostrato dai nuovi astri nel panorama dell’innovazione: Bla Bla Car e altri modelli di car sharing, AirB&B, piattaforme in cui i cittadini mettono a disposizione i propri beni e servizi (dal prestare la propria biciletta alla condivisione di elettrodomestici nei condomini), si stanno dimostrando vincenti.
La sharing economy è un modello win win che abbatte totalmente i costi marginali, e per questo noi abbiamo deciso di applicarlo al settore dell’energia con le cooperative energetiche da fonti rinnovabili.
Quanto è urgente e come si può promuovere un nuovo rapporto uomo-ambiente anche alla luce delle recenti notizie provenienti dalla Cina circa la mortalità per smog, o da città come Verona riguardanti l’elevato tasso di inquinamento?
Direi che il tema ambientale e del rapporto tra uomo e ambiente è il più urgente di tutti. Per questo è necessario che tutti se ne sentano coinvolti e che siano disposti a contribuire, perché tutti possono contribuire. I modi più efficaci di risvegliare questa consapevolezza nelle persone è diffondere una cultura di sostenibilità: a partire da chi fa impresa alle scuole e alle università Il modo più efficace per cambiare il rapporto uomo-ambiente è capire che ognuno di noi può contribuire con piccoli gesti quotidiani.