Non aspettatevi gessetti colorati. Non aspettatevi maratone televisive. Non aspettatevi la passerella dei capi di Stato.
Charlie è stato condannato a morte. La potestà genitoriale è stata messa al bando. La forza della speranza schiacciata dalla sentenza di morte.
La Corte Europea dei diritti dell’Uomo ha dimostrato ancora una volta di essere un’orgia di porci che fanno del diritto il loro trògolo in cui ingozzarsi di delirio d’onnipotenza.
La vicenda Charlie è l’ennesima riprova che questa Europa è ridotta a porcaio, perché non può definirsi comunità quando si eliminano vite innocenti per legge. Non c’è comunità laddove si parla di Ius soli, di ponti, di diritti fino a sbavare e poi si decreta che la vita di un bambino deve interrompersi perché si suppone stia soffrendo a causa di una malattia che, si suppone, sia già essa stessa una condanna a morte. Tanto vale quindi non permettere al fato – o se preferite a Dio – che faccia il suo corso, no. Il giudice decreta che se morte dev’essere allora sia per mano umana, purché – paradosso delle menti contorte – sia una morte dignitosa. Già, come se morire per decreto giudiziale sia più dignitoso che vivere attaccati sì ad una spina, ma riempiti di quell’amore, di quella speranza e di quella forza che i genitori di Charlie hanno testimoniato a tutto il mondo.

E se fosse stato il figlio di qualche giudice della CEDU? E se fosse il figlio tuo? Io c’ho pensato e per un attimo ho riflettuto: se fosse mia figlia come reagirei ora che l’unica speranza rimasta è soltanto un intervento divino diretto? Non lo voglio dire. Penso che si debba guardare ai genitori di Charlie e specchiarsi nei loro occhi pieni di lacrime per provare lo strazio di un figlio di dieci mesi, dieci! che viene ucciso nel nome di una cieca scienza tiranna.
Penso si debba fissare il loro sguardo perso nel vuoto e provare le vertigini del vuoto che questo sistema ci sta consegnando.

Non molto tempo fa qualche intonacato disse che “lo spirito di Pannella è ancora tra noi”. È così. Lo spirito radicale è un veleno che ormai la società occidentale respira a pieni polmoni ed è parecchio anglofono.
Aveva ragione S. Giovanni Paolo II quando affermava che oggi, nella coscienza collettiva, gli attentati alla vita tendono a perdere il carattere di delitto per assumere quello di diritto. Ciò spiega perché le sentenze di morte oggi non vengono comminate soltanto ai criminali, ma anche a degli innocenti colpevoli di portare malattie rare e definite incurabili. Senza dimenticare che da un cinquantennio vengono uccisi milioni di bambini nel grembo materno.

L’appello divino che il Signore della vita e della morte rivolse a Caino riguarda ciascuno di noi, nel qui ed ora: “Caino Caino, dov’è tuo fratello Abele?.
Hanno alzato la mano sull’Abele di oggi, Charlie, nostro fratello, nostro figlio.
Non capiti di dover rispondere come il primo omicida perché il sangue degli innocenti grida giustizia e Dio non lascia impunito il delitto.

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