«Si può dire che oggi non viviamo un’epoca di cambiamento, quanto un cambiamento d’epoca» Così Papa Francesco si è espresso a Firenze, nella visita pastorale alla città che ospitava il Convegno nazionale della Chiesa Italiana nel 2015. Se la percezione comune coincide con quanto disse il Papa, non lo è altrettanto la presa di consapevolezza di quanto sta accadendo. Meno ancora l’identificazione di soluzioni condivise, sostenibili, durature. E ciò crea un senso di disagio e di impotenza di fronte alle sfide che, con la globalizzazione e la rivoluzione tecnologica, sono emerse negli ultimi decenni*:
- la diffusione di Internet e la creazione di un mondo virtuale talvolta parallelo al mondo reale sopratutto con i social network;
- la tecnologia robotica che stravolge i processi produttivi e necessita di minor manodopera;
- il potere della scienza e della tecnica, le biotecnologie applicate all’essere umano e le conseguenti implicazioni etiche;
- il precariato, il nomadismo operaio e le migrazioni di massa;
- la crisi delle religioni monoteiste e la crisi delle società secolarizzate;
- la crisi delle democrazie e dei sistemi politici occidentali;
- la crisi educativa e la rottura del patto tra generazioni;
- la disintermediazione della società e la verticalizzazione del potere;
- la questione della convivenza multietnica – multireligiosa – multiculturale;
- l’emersione di nuove potenze mondiali come i B.R.I.C.S. e il cambio degli assetti geopolitici;
- la questione ambientale, delle risorse alimentari ed energetiche;
- l’aumento delle disparità sociali tra Stati e all’interno degli stessi;
- la dissoluzione dei legami familiari e comunitari;
- l’individualizzazione dei soggetti e l’anomìa in una società liquida;
- il terrorismo internazionale e la questione islamica;
- guerre, cyber-guerre, armi nucleari, biologiche, chimiche;
- l’inverno demografico e l’invecchiamento della popolazione europea;
- l’Unione Europea mai veramente unita;
- la saturazione urbana e il degrado degli spazi;
- elenco sommario e non esaustivo
Di fronte a questo “cambio d’epoca” si può provare un senso di disorientamento e di incapacità, di disagio ed impotenza. Dobbiamo solamente subirlo o possiamo condurlo? E se possiamo condurlo, come?
Mi piacerebbe aprire un confronto, potete interagire scrivendo in questo modulo.