Vero è che la politica non si è fermata del tutto tra nomine agli Enti partecipati e focus sulla sicurezza contro il terrorismo, ma con settembre si può dire che inizia a pieno regime tutta l’attività comunale. E non ci sarà nemmeno il tempo per respirare con alle porte due appuntamenti politici cruciali: il referendum per l’autonomia del Veneto del 22 ottobre e le elezioni politiche previste nella primavera 2018. Prepariamoci quindi ad un altro, lungo, periodo di campagna elettorale.
Dopo essersi ricompattato con il referendum costituzionale prima, e con le elezioni comunali poi, il centrodestra veronese deve dimostrare di essere maturo e presentarsi altrettanto compatto.Ma bisogna essere consapevoli che oggi non esistono risultati acquisiti e non ci sono più posizioni di rendita. L’opinione pubblica contemporanea è fluida, quindi anche l’elettorato. Basta un evento a forte impatto mediatico per cambiare le carte in tavola.
Tuttavia i segnali per le forze del centrodestra sono incoraggianti. L’ultimo viene dalla Sicilia con l’appoggio compatto di Lega Nord e Fratelli d’Italia al candidato Musumeci. Lo si evince anche dal riposizionamento dei vari centrini, dalle divisioni intestine nel PD, da un Renzi che stenta a riprendere la scena pubblica e – non dimentichiamolo – dalle recenti misure restrittive in materia di immigrazione (considerate di destra) prese dal Ministero dell’Interno di un governo di sinistra. Molto però dipenderà dalla legge elettorale con cui si andrà al voto. E molto, nel Nord allergico a Roma e alle interferenze straniere, dipenderà dall’esito del referendum sull’autonomia.
L’Officina che in agosto non si è mai fermata, è e resterà laboratorio per la coesione tra le varie anime del centrodestra, e sarà in prima linea anche nei prossimi appuntamenti.