Il Comune guidato da Sboarina su certi principi ha parlato chiaro e coerentemente ha fatto cancellare l’appuntamento, fuori contesto rispetto all’evento ludico in programma in città.
Le opposizioni non ci sentono bene e via con l’insultare Verona definendola “retrograda, medioevale, oscurantista”. Stranamente non si è ancora sentita l’accusa di fascismo, tornata in voga nella sinistra noir. Il Sindaco ha agito nell’interesse della città, e nel rispetto della sensibilità comune dei veronesi.
È curioso poi che proprio dalla voce di Sinistra in Comune, Bertucco, si dica che “fino a prova contraria il Comune è un ente laico (forse vuole intendere ateo, ndr) chiamato a rappresentare tutti i cittadini di tutti gli orientamenti ideologici o sessuali“. Affermazione curiosa che permette una provocazione: vogliamo combattere le discriminazioni? Bene! Alla prossima Biblioteca Vivente si propongano anche libri viventi di cui si suggerisce qualche titolo: “quando ero fascista”, “mio figlio Benito”, “indosso la camicia nera e va bene così”. Non sarebbe anche questo valorizzare le differenze e lottare contro le discriminazioni delle minoranze? Ma non sarebbe fattibile. Ci sarebbe certamente un problema: ci sono ideologie che hanno diritto di cittadinanza ed altre che vanno perseguite fin dalle presunte intenzioni. Le proposte di legge Fiano e Scalfarotto ne sono un esempio. E la Fondazione San Zeno non percepirebbe fondi europei per tali iniziative. Perché in fondo per la lotta alle discriminazioni c’è sempre un bel fondo cui attingere.