I ministeri della salute, della cultura, del lavoro come pure quelli per creare rapporti con l’estero, sono saldamente in mano alla sinistra.
A Lega e Forza Italia sono stati assegnati per lo più ministeri senza portafoglio, cioè più di facciata che di sostanza.
Le dichiarazioni di Salvini di qualche giorno fa – secondo cui ad una Lega al governo andava dato il peso che spetta al primo partito italiano – sembrano essere disattese. Come disattesa è stata la richiesta di Confindustria di non toccare il ministro Gualtieri.
Il campo della salute rimane presidiato da Liberi e Uguali, partito sotto il 3% che mantiene il controllo della salute del 100% degli Italiani. Chi sperava in un segnale di discontinuità sul ministero che ha gestito confusamente la pandemia rimane deluso anch’egli.
Brutto segnale per l’Italia con la demografia in freezer proseguire con un ministero per la famiglia senza un portafoglio. Senza soldi da gestire direttamente per investire in politiche familiari e in politiche di sostegno alla natalità, i margini di iniziativa sono molto scarsi.

Confidiamo nella piena attuazione del Family Act, nel definitivo abbandono di iniziative legislative che offendono la verità sulla natura umana. Speriamo pure che ai banchi a rotelle si investi sul serio in politiche scolastiche, mettendo in sicurezza strutture spesso obsolete e fatiscenti.
Un amico ha giustamente osservato: il risultato è un grande meh, soprattutto per le conferme di Di Maio e Speranza.
Ciò detto, il duo Mattarella/Draghi ha voluto utilizzare le seconde linee dei partiti (anche Di Maio lo considero una seconda linea) per vincolare le forze politiche di maggioranza alla fedeltà al governo, relegandone però gli esponenti in ruoli subalterni e sostanzialmente innocui (senza portafoglio, anche se, purtroppo, con qualche eccezione rilevante).
Tuttavia il governo è chiaramente orientato in senso tecnico-economico e con un obiettivo chiaro: far ripartire il Paese. Ciò vuol dire: no temi divisivi, no ideologie, no bandiere politiche, no legge elettorale.
Ovviamente, non potrà avere vita lunga. Si metteranno in piedi alcune riforme fondamentali e non procrastinabili (giustizia civile, burocrazia, tasse, tecnologia) e si predisporrà un Recovery Plan decente.
Poi le tensioni interne avranno una forza centrifuga troppo potente e salterà tutto, in tempo per permettere a Draghi di salire al Quirinale (se, condizione non da poco, sarà riuscito a fare un buon lavoro).
A quel punto, solo allora, si capiranno vincitori e sconfitti.
Volendo seguire il ragionamento del mio saggio amico, penso che la scommessa più grande sia quella di Fratelli d’Italia che ha un’esclusiva all’opposizione per almeno 1 anno. La vera sfida che si apre però, potrà essere vinta solo e soltanto se la Meloni e il suo staff sfruttano questo tempo per strutturare il partito nei territori e saldare un rapporto duraturo con imprese, lavoratori, amministratori, organizzazioni sociali.

Qui di seguito l’elenco dei Ministri del nuovo governo Draghi:
Presidente del Consiglio
Mario Draghi
Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio
Roberto Garofoli
Ministeri con portafoglio
Esteri
Luigi Di Maio – M5S
Interno
Luciana Lamorgese – Tecnico
Giustizia
Marta Cartabia – Tecnico
Difesa
Lorenzo Guerini – PD
Economia
Daniele Franco – Tecnico
Sviluppo Economico
Giancarlo Giorgetti – Lega
Lavoro
Andrea Orlando – PD
Agricoltura
Stefano Patuanelli – M5S
Ambiente – Transizione Ecologica – Recovery Plan
Roberto Cingolani – Tecnico
Infrastrutture e trasporti
Enrico Giovannini – Tecnico
Istruzione
Patrizio Bianchi – Tecnico
Università e ricerca
Cristina Messa – Tecnico
Cultura e Turismo
Dario Franceschini – PD
Salute
Roberto Speranza – LeU
Ministri senza portafoglio
Affari regionali e autonomie
Maria Stella Gelmini – FI
Giovani e Sport
Fabiana Dadone – M5S
Innovazione – Transizione Digitale
Vittorio Colao – Tecnico
Rapporti con il Parlamento
Federico D’Incà – M5S
Pubblica Amministrazione
Renato Brunetta – FI
Sud e Coesione Territoriale
Mara Carfagna
Pari opportunità e famiglia
Elena Bonetti – IV
Coordinamento Turismo
Massimo Garavaglia – Lega
Disabilità
Erika Stefani – Lega
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