Se la vita è un dono, ogni giorno di vita è donato! E ringrazio chi ha avuto la gentilezza di dedicarmi anche solo un pensiero, una parola di auguri, o una telefonata, perché fa capire quanto effettivamente la vita sia davvero un dono condiviso e da condividere. Per questo ho pensato di dedicare a coloro che si sono ricordati del mio compleanno una poesia di Rabindranath Tagore. La poesia è tratta dalla raccolta di poesie in Gitanjali / Il Giardiniere ed è la numero LXIII. Il poeta e filosofo indiano, con questa raccolta pensate per farsi conoscere in Europa, ha fatto conoscere in Occidente la grande spiritualità del suo Paese. Nato nel 1861 diventò famoso in Europa nel 1913 quando pubblicò le due raccolte citate. In quello stesso anno fu insignito del premio Nobel per la letteratura. La bellezza delle poesie è che coinvolge ciascuno alla propria maniera e a ciascuno dice qualcosa di universale e al contempo di personale. La poesia è una forma di preghiera perché sgorga dal cuore di chi la scrive, ed apre all’infinito in chi la legge.
Apriti all’infinito. È ciò che auguro a te con i versi che seguono:
Mi hai fatto conoscere ad amici che non conoscevo, Mi hai fatto sedere in case che non erano la mia. Mi hai portato vicino il lontano, e reso l'estraneo un fratello. In fondo al cuore mi sento a disagio quando abbandono l'abituale rifugio; scordo che il vecchio dimora nel nuovo, e là tu stesso hai dimora. Attraverso la nascita e la morte, in questo oppure in altri mondi, ovunque mi conduci, sei tu, lo stesso, unico compagno della mia vita senza fine, che unisci con legami di gioia il mio cuore a ciò che non è familiare. Quando uno ti conosce, nessuno è un estraneo, nessuna porta è chiusa. Oh, esaudisci la mia preghiera: ch'io non perda mai la carezza dell'uno nel gioco dei molti.
Tagore. Poesie. Giranjali / Il Giardiniere. Ed. Newton Compton, 1999

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