La settima lezione dell’Alta Scuola di Formazione Politica della Fondazione Magna Carta è stata tenuta da Neomisio Susi: responsabile dell’Ufficio Giudizi di Rating e Raccomandazioni di Investimento CONSOB. Ciò che segue sono gli appunti che avevo preso.
La diffusione della pandemia nel primo trimestre 2020 e le misure adottate per fronteggiarla hanno subito prodotto un pesante effetto sull’economia globale: Il PIL si è ridotto, rispettivamente, nel I° e II° trimestre 2020 del -1,3% e -9% per gli Stati Uniti e del 3,2% e -6,6% per i Paesi del G-20; i dati riferiti all’area Euro e all’Italia sono stati ancora più negativi con un calo nel I° e II° trimestre 2020 del -3,7% e -11,7% e del -5,5% e -13%.
In questa fase iniziale, in particolare nel maggio 2020, è stato istituito un gruppo dell’associazione delle CONSOB a livello mondiale (IOSCO), la cui attività è finalizzata all’analisi degli effetti economici derivanti dalla crisi per pandemia, sul sistema economico-finanziario. Questo working-group si è focalizzato principalmente sull’analisi delle misure di supporto adottate dai Governi per attenuale l’attuale crisi economica, e sull’impatto delle stesse sui giudizi di rating. I risultati del lavoro di questo gruppo è stato pubblicato nel febbraio 2021.
Che cosa si intende per “misure di supporto governative”? Il significato, spiega il docente, è ampio, ma in sostanza si possono definire come misure di sostegno adottate da Governi, Banche e Organizzazioni comunitarie distinte in tre grandi gruppi: misure di sostegno fiscale (es. tasse), misure di supporto alla moneta (es. Quantitative Easing), misure di supporto finanziario (es. gestione dei crediti e finanziamenti).
Il relatore ha evidenziato con grafici gli effetti sull’economia dei downgrades (declassamenti dei rating) su una scala temporale, e a partire da marzo 2020 si verifica un andamento esponenziale che riguarda soprattutto i rating corporate non finanziari. Il trend si amplifica nel mese di aprile, con rating sovrani – compresa l’Italia – declassati, ma a partire da maggio il numero di downgrades inizia a ridursi fino a luglio, quando si stabilizza. I soggetti che hanno subito i maggiori impatti sono stati gli emittenti corporates non finanziari e, a seguire, le istituzioni finanziarie.
Una prima spiegazione sull’andamento dei downgrades è stata l’adozione delle misure di supporto pubbliche, le stesse agenzie di rating che in assenza di tali misure ha attenuato i declassamenti di rating finanziario. Una seconda possibilità deriva dal diverso atteggiamento, da parte delle agenzie di rating, rispetto alle crisi precedenti con una maggiore attenzione agli effetti prociclici dei giudizi di rating, un buon equilibrio tra determinanti di breve termine e di medio-lungo termine dei rating. Una terza ipotesi riguarda il cambiemento nelle metodologie e/o nei criteri di rating a seguito della crisi pandemica.
Proseguendo la lezione il relatore ha poi osservato come una fase di particolare rilievo sia quella relativa alla durata delle misure di sostegno dei Governi. Dalle analisi delle agenzie di rating, le stesse si attendono che tali misure siano mantenute finché il quadro economico non sarà stabile, in modo da consentirne un ritiro graduale, senza effetti dirompenti sull’economia; tuttavia, il rischio di un ritiro prematuro delle stesse viene considerato uno dei rischi svantaggiosi per la ripresa dell’economia globale dopo la pandemia, che spesso viene riflesso negli outlook negativi di vari emittenti.
In considerazione della persistente incertezza che ancora caratterizza il quadro economico, soprattutto su orizzonti temporali oltre il breve termine, il Final Report della IOSCO – spiega il professore – raccomanda che l’impatto sui giudizi di rating delle misure di sostegno dei Governi continui ad essere monitorato tramite gli “ordinari canali di vigilanza”, con particolare attenzione alla fase di ritiro di tali misure.
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