La terza lezione per diventare animatore Laudato Sì, promossa dal Movimento Cattolico Mondiale per il Clima è stata incentrata sul verbo “agire“, ed ha avuto per testimone un giovane argentino, ora residente a Roma, originario di Buenos Aires. Thomas ha raccontato che la questione ecologica la sentiva lontana, si è sempre occupato dei poveri nelle favelas ma non ha mai considerato che il forte degrado urbano, frutto di disuguaglianze sociali, fosse legato anche al degrado ambientale. Tale consapevolezza l’ha acquisita durante un viaggio nelle Filippine nel 2013, quando è rimasto sconvolto dalla devastazione provocata dalla potenza dell’uragano Haiyan. Durante quel suo drammatico soggiorno per la prima volta ha sentito parlare di “giustizia climatica“. Era lo stesso anno dell’elezione al soglio petrino di papa Francesco, e non molto tempo dopo Thomas ha iniziato a sentire notizie che il papa avrebbe pubblicato un’enciclica sociale dedicata alle questioni ambientali e ai cambiamenti climatici. Enciclica consegnata al mondo il 24 maggio del 2015.

Morte e devastazione nelle Filippine dopo il passaggio di Haiyan, uno dei tifoni più violenti degli ultimi decenni. Sono migliaia le persone morte a causa della tempesta scatenata dal tifone con venti oltre i 300 chilometri orari”.

Come l’ha riferita il testimone della lezione, la questione della giustizia climatica riguarda anzitutto i danni che subiscono le popolazione più povere del mondo rispetto agli effetti sul clima causati in larga parte dagli squilibri sociali e dalla corsa dissennata verso uno sviluppo economico senza giustizia, inequo per dirla con Francesco. Un’altra esperienza che lo ha colpito e deciso per spendersi in un’attivismo in favore di un riequilibrio del rapporto tra natura e umanità, coerentemente con quanto espresso in Laudato Sì, è stato per Thomas il devastante incendio a cavallo tra 2019 e 2020 in Australia il cui fumo ha raggiunto perfino l’Argentina.

Nel video di questa Tv argentina fanno vedere come il fumo degli incendi australiani abbia raggiunto Argentina e Cile

Secondo le stime del WWF, l’incendio ha provocato oltre un miliardo di animali uccisi, ma vanno considerati anche i sopravvissuti che si sono trovati in un habitat del tutto nuovo e ostile. La distruzione ha riguardato 85mila chilometri di foreste, e ulteriori 10mila chilometri di altre aree. In sostanza un’area grande quanto il Portogallo. Tra le cause scatenanti questo incendio di portata storica c’è stato che il 2019 è stato l’anno più caldo e secco mai registrato dal 1910 per il Paese oceanico. Come riportato da un articolo de Il Post la speranza è che molti australiani abbiano compreso che il loro Paese è tra i più esposti al mondo riguardo i cambiamenti climatici. In occasione di quel disastro, la Chiesa Cattolica locale si è mossa per chiedere “una rete internazionale di collegamento tra le persone colpite dagli incendi”. Ma ciò che colpisce di più è che – stando ad un altro articolo di Vatican news – sono state individuate ben 183 persone come possibili responsabili di aver appiccato il fuoco. L’articolo ha raccontato le conseguenze sulla vita quotidiana che ha vissuto la popolazione australiana e, tra l’altro, come il cielo di Sydney sia stato a lungo grigio, con piogge di cenere e il sole reso invisibile per lungo tempo. Quindi siccità sì, cambiamento climatico pure, ma la mano incosciente (o criminale) dell’uomo è stata l’innesco di questo disastro naturale le cui conseguenze – paradossalmente – finiscono per gravare pesantemente anche sulle persone stesse. A dimostrare quanto sia stolto dimenticarsi che l’essere umano è custode del Creato, e non un semplice possessore che può farne un uso sconsiderato.

è ciò che in sostanza ha compreso Thomas, e lo ha portato a Roma per impegnarsi attivamente nel promuovere una maggiore consapevolezza sull’ecologia integrale e sul fatto che tale coscienza parte e coinvolge ciascuno. Qui non si tratta di semplice attivismo ambientalista, ma di una presa di coscienza che ammette la gravità delle responsabilità che le precedenti generazioni fino alla nostra hanno rispetto alle prossime generazioni. Solo chi pensa che il mondo finisca con sé stessi non può maturare un tale senso di responsabilità. E’ vero, ci saranno gli eccessi e i paradossi per cui taluni considerano più preziosa la vita di una pianta ma non hanno scrupoli a ritenere giusto eliminare un feto umano, l’Enciclica sul punto è molto chiara, ma è pur vero che non si può più eludere il problema di un sistema di vita che fa del consumo sfrenato il suo caposaldo. Basta guardare la quantità di plastica che conferiamo ogni settimana nel sacco della spazzatura. Si tratta di un dato empirico e facilmente misurabile da tutti, anche per chi con scetticismo può sollevare dubbi sullo scioglimento dei ghiacciai o sulle cause che provocano uragani violentissimi e incendi devastanti.

Nel frattempo i poteri economici continuano a giustificare l’attuale sistema mondiale, in cui prevalgono una speculazione e una ricerca della rendita finanziaria che tendono ad ignorare ogni contesto e gli effetti sulla dignità umana e sull’ambiente. Così si manifesta che il degrado ambientale e il degrado umano ed etico sono intimamente connessi. Molti diranno che non sono consapevoli di compiere azioni immorali, perché la distrazione costante ci toglie il coraggio di accorgerci della realtà di un mondo limitato e finito.

Papa Francesco, Lettera Enciclica Laudato Sì, punto 56

Da ciò che ascolto e imparo, andando poi a cercare di approfondire le notizie, sono grato di essere stato coinvolto in un gruppo di riflessione sulla Laudato Sì nella mia parrocchia. é un ambito di Dottrina e impegno sociale che mi appassiona sempre di più. Questo gruppo sta maturando delle iniziative ed è bello che anche il Comune si stia attivando per favorire una maggiore consapevolezza nella popolazione adulta di quanto sia urgente, necessario e prezioso custodire il nostro territorio. Il 30 maggio ci sarà una mattinata dedicata alla raccolta dei rifiuti, e l’impegno non si esaurirà certo in quell’occasione.

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