Trasformata così in legge scientifica, razionale e universale la politica, che era riuscita a sopravvivere seppur ridimensionata alle dottrine sansimoniane, trovava la morte definitiva nel pensiero dell’élite tecnocratica, poiché non le restava alcun compito da assolvere nella società contemporanea. E la sua morte, testimoniata dall’emersione di un regime tecnocratico che accomunava sistemi politici radicalmente diversi, diveniva fattore di convergenza e semplificazione poiché, cancellando ogni elemento non quantitativo e ogni prevedibilità spontanea, rendeva il mondo più facilmente omogeneizzabile “. Lorenzo Castellani in L’ingranaggio del potere, ed. Liberilibri ,2020

Il secondo momento della crisi: il contratto

[Leggi la prima parte e la seconda parte ] La qualità della vita comune assume sempre più sistematicamente profilo di compromesso tra interessi alternativi tra i quali occorre in qualche modo operare una mediazione, ma la mediazione non è attraverso le risorse della rappresentazione di ciò che è comune, di ciò che premia ciascuno, ma il compromesso avviene tramite il contratto, nell’accezione mercantile del termine. Il contratto vale come paradigma.

Cos’è il contratto? Il contratto esprime un consenso, ma un consenso che nasce da interessi in conflitto. Quando un venditore e un compratore si mettono d’accordo a proposito del prezzo, non è che si mettano d’accordo tout court, si mettono d’accordo sul prezzo, ma l’accordo è il punto di equilibrio del conflitto, non è la risoluzione del conflitto, è l’equilibrio di interessi che permangono divergenti. Il contratto, il mercato diventa forma generalizzata di scambio nelle società moderne. è solo nella città moderna e contemporanea che il mercato diventa il regime tendenzialmente universale dello scambio reale di beni e di servizi. Il mercato sanziona la separazione tra lo scambio reale e lo scambio simbolico.

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Cos’è lo scambio simbolico? è scambio che fa riferimento ai significati. Luhmann ricorda come le prime occasioni storiche nelle quali si realizzò l’uguaglianza giuridica, o meglio la indifferenza di tutti gli uomini, la fine delle incapacità giuridiche caratteristiche della condizione servile in epoca medioevale, furono le occasioni costituite dalle giornate di mercato delle città tedesche della lega anseatica (XIII – XVII sec.). Nei giorni di fiera era disposto che ci fosse un diritto particolare, che sospendeva le incapacità giuridiche che viceversa vigevano nella vita ordinaria della gente. Ma perché le sospendevano? Perché il mercato ha bisogno dell’indifferenza tra i cittadini, ha bisogno di uguali.

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Il destino politico dell’uomo

Per realizzarsi, il contratto ha bisogno della indifferenza tra i contraenti, non interessa che l’altro sia libero o servo, che sia cristiano o musulmano, cattolico o protestante. L’economia opera potentemente per la promozione delle libertà moderne, ma operano anche equivocamente, nel senso di alimentare questa rappresentazione astratta del rapporto sociale come rapporto accessorio, che si realizza a procedere dalla convenienza del singolo, ma rapporto che procede dalla presupposizione della identità del singolo che come tale è fatto privato sul quale lo scambio sociale non c’entra.

La rappresentazione del momento sociale come momento impolitico è la sanzione della irrazionalità del vivere sociale, della incomunicabilità del vivere sociale, la cui caratteristica saliente è individuata nella eventualità del conflitto: in realtà prima del conflitto c’è il consenso. L’omicidio condannato nella Bibbia ha originariamente la figura del fratricidio, non è possibile l’omicidio se non nella forma dell’uccisione del fratello. L’uccisione dell’uomo, forma suprema dell’ostilità, del dominio, la ostilità è nei confronti del fratello, non dell’estraneo. Caino non avrebbe ucciso altri che non fosse suo fratello Abele, e proprio perché l’altro è fra me e me, può suscitare reazioni così aggressive quali quelle che determinano la sua uccisione. Pensare la politica significa proprio pensare la originale e imprescindibile presenza dell’altro, degli altri, di un popolo tra me e me.

Il contratto mercantile effettivamente consente la separazione della questione personale dalla questione obbiettiva, reale, reificata, sulla quale si tratta di raggiungere un accordo o compromesso. Qui comprendiamo, possiamo intuire il significato del destino politico dell’uomo, che non vuol dire: prima c’è l’uomo e poi la politica, ma o l’uomo riconosce la sua originale costituzione politica, il suo originale destino politico, oppure la cosiddetta convenzione politica si realizza in forme deteriori, si realizza come la convenzione che anche “i briganti possono fare tra loro” (S.Agostino) per perseguire determinati interessi, ma non è un’alleanza, il rapporto sociale non realizza il profilo di un’alleanza etica.

Il rapporto politico deve viceversa, realizzare la qualità del rapporto etico, e quando non realizzi questo profilo, nella misura in cui non lo realizza, appare scadente sotto il profilo stesso del vantaggio ricercato dai singoli nel compromesso in questione. Cosa vuol dire rapporto propriamente politico? [Segue…]

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