La mia terza giornata di Meeting di Rimini si può sintetizzare in tre parole: “fraternità”, “politica”, “perdono”.
Fraternità. La giornata inizia nella sala civica di Verrucchio con l’associazione LabOra in collegamento telefonico con mons. Massimo Camisasca, con il quale si è dialogato intorno al rapporto tra impegno politico e fede. Alla domanda se la politica può essere un ambito di espressione ed esperienza della fede, il vescovo ha spiegato che serve il legame tra due doti: tra una fede consapevole ed una passione per l’uomo/per la civis. La fede precede l’impegno politico poiché la fede trinitaria non può non avere una rilevanza sociale e la rilevanza sociale non è un frutto estrinseco della fede. Il vescovo ha anche aggiunto che il fondamento di una presenza seria si fonda su passione e studio, invitando i presenti a creare intorno a noi luoghi di studio e di riflessione. La frase che mi ha colpito: “Il nostro contributo non saranno le parole dette in Parlamento, ma la fraternità che ci sostiene”.

Politica. L’evento clou della giornata è stato “Nella diversità, per il bene comune” con i principali esponenti politici dei partiti italiani. E proprio sulla necessità dell’esistenza di partiti che siano connessi con la realtà viva a partire dalle realtà sociali organizzate è iniziato il dialogo, anche se presto si è trasformato in piccoli monologhi dove ciascuno ha cercato di distinguersi dall’altro. Nel merito, ho registrato che tutti hanno parlato di sussidiarietà ma non è stata declinata da nessuno nel primo contesto sociale in cui questa si esprime, che è la famiglia. Sono invece soddisfatto di aver invitato un deputato veronese, l’on. Ciro Maschio, che mi ha raggiunto al Meeting e l’ho guidato a conoscere amici e realtà presenti in fiera.
A proposito della fraternità di cui ha parlato mons. Camisasca, c’è una fraternità intrinseca: quella fatta tra membri della stessa associazione, che spesso è sinonimo di amicizia; e c’è una fraternità estrinseca: quella cioè rivolta a chi non è strettamente amico o alla stretta cerchia, ma si rivolge all’altro che in qualche modo ci è meno prossimo. Ed è una forma di cui la politica ha bisogno. Noi, infatti, possiamo scegliere di ignorare chi fa politica, dire che tanto non cambia mai nulla, oppure assumerci il piccolo compito di ispirare chi fa politica ed essere generatori di cambiamento. E in questo esprimere una forma fraterna che promuove l’amicizia sociale.

Perdono. La conferenza più toccante, in una sala gremita di giovani, si è svolta alle 21:00 con la vedova del commissario Calabresi, ucciso quando lei aveva 25 anni e 3 figli. La signora Calabresi ha raccontato la sua vicenda, dalla notizia dell’uccisione del marito fino al percorso interiore e poi pubblico di perdono. Un percorso difficile, ma motivato e guidato dalla fede, una grande fede che non le ha risparmiato la sofferenza, ma l’ha riempita di significato. E quel significato le ha permesso di trasformare il sentimento di vendetta in una testimonianza di misericordia. Mi ha colpito una frase che ha detto secondo cui “La preghiera mette in circolo la fratellanza tra di noi e poi sale al cielo“. In questa affermazione si condensano le tre parole della mia giornata di Meeting: fraternità, politica, perdono.

Durante la giornata nella quale ho stravolto la mia agenda, ricordo la breve riunione con CDO Opere Sociali del Veneto nel quale abbiamo ragionato sulle modalità per incontrarci in futuro e mettere in comune le rispettive esperienze; e la conferenza dal titolo “il lavoro degno per una vita buona” durante il quale ho appuntato una frase che farò mia perché rappresenta molto lo spirito con cui agisco da sempre: “Nessuno deve rimanere indietro, ma anche nessuno deve rimanere solo“.
Ecco perché ho scelto le tre parole di questa giornata. La politica non può prescindere dalla fraternità, che riconosce nell’altro non un nemico da annullare ma un essere che ci sta di fronte, per questo il perdono è la sfida fondamentale alla politica per riconoscersi fratelli poiché detentori di una dignità ontologica che ci accomuna. Per sviluppare quell’amicizia sociale fondata sulla verità e la giustizia, ma anche su atti di misericordia che spezzano la catena del male e della vendetta.
Oggi ho incontrato: Michele, Lorenzo, Ciro, Alberto, Emanuela, Luca, Paolo, Matteo, Marco, Stefano, Stefano, Mattia, Marco, Lorenzo, Galeazzo, Maria Rachele, Sara, Raffaele… questo è Meeting
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