Nel coaching professionale si insegna alle persone a lavorare su sé stessi partendo dai propri punti di forza, lasciando alle spalle debolezze e paure, e guardando al proprio futuro con un rinnovato protagonismo. Tuttavia sono sempre molte le persone che trovano insoddisfacente la propria vita, vivono frustrazioni che si sono sedimentate da anni, e che in un contesto lavorativo malsano possono soltanto aumentare le tensioni in azienda, il malessere del dipendente, e causare una qualità della vita peggiore.
Anche un disallineamento tra obiettivi aziendali e aspettative personali può creare una condizione di stress, frustrazione, talvolta pure depressione. L’HRM, che deve interloquire continuamente con le funzioni gerarchiche, comprese quelle strategiche dell’azienda, con i team operativi fino ai singoli dipendenti, può adottare un metodo molto efficace per aiutare organizzazione, gruppi di lavoro, e singoli nel formare al meglio degli obiettivi.
CHE COS’È IL SUCCESSO?
“Successo” è il participio passato del verbo “succedere“. Molte persone hanno ben chiaro cosa non vogliono nella vita, ma non hanno altrettanto chiaro cosa vogliono ottenere al posto di ciò che hanno, o fanno. Sono bravissime a lamentarsi della loro situazione, ma alla domanda “cosa vuoi?” rispondono in modo evasivo. Questo accade anche nelle organizzazioni dove la lamentela è il telefono senza fili che serpeggia nei canali non registrati di tante aziende. Avere degli obiettivi condivisi dà direzione e motivazione ed allinea i singoli a lavorare per uno scopo comune, in cui tutti si sentono protagonisti e responsabili e quindi sono portati a dare il meglio di sé.
CARATTERISTICHE DI UN OBIETTIVO BEN FORMATO
Senza entrare troppo nello specifico, secondo la principale società italiana di PNL un obiettivo ben formato deve avere le seguenti caratteristiche:
- essere espresso in positivo e specifico;
- iniziato e mantenuto dalla persona, sotto la propria responsabilità;
- basato su evidenza sensoriale, cioè misurabile;
- ecologico, cioè servire all’eco-sistema dell’individuo;
- avere una scadenza temporale;
- giusto tra il fattibile ed il motivante;
IL METODO G.R.O.W.
Un bravo HR può inserire questi criteri di formazione di un obiettivo nel metodo G.R.O.W. (Goals, Reality, Options, W) ed ha un’utilità particolare in ottica di problem solving e di gestione delle riunioni aziendali in cui si devono prendere decisioni. Le singole fasi pongono domande precise in grado di togliere la probabilità che l’obiettivo sia confuso con un sogno, e sia perciò aderente alla realtà e quindi effettivamente raggiungibile.
- La 1^ fase (Goals) definisce gli obiettivi con i criteri indicati all’inizio
- La 2^ fase (Reality) estrae la realtà ed indaga sulle risorse a disposizione
- La 3^ fase (Option) interroga sulle opzioni che si hanno per raggiungere l’obiettivo, è una fase di brainstorming per considerare il percorso dallo stato attuale (as is) allo stato desiderato (to be).
- La 4^ fase (Will) risponde alle domande cosa, quando/entro quando, dove, con chi ed è il momento in cui si definisce un piano d’azione efficace.
PER APPROFONDIRE
- Coach italy. Tecniche di coaching: il modello G.R.O.W. di John Whitmore
- Alessando Mora. Come motivarsi a nuove sfide professionali
Nota: questo articolo è parte della tesina che ho presentato durante la certificazione di competenze in HR Specialist. Puoi trovare l’intera tesina a questo link
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