<<Vivere la vocazione di essere custodi dell’opera di Dio è parte essenziale di un’esistenza virtuosa, non costituisce qualcosa di opzionale e nemmeno un aspetto secondario dell’esperienza cristiana>> (papa Francesco, enciclica LS n.217).

Il 13 aprile inizio un corso online che ho trovato leggendo delle notizie dalla comunità Papa Giovanni XXIII. Stavo facendo una delle mie ricerche di approfondimento tematico per ampliare le conoscenze in materia, e mi sono imbattuto in questo “Programma di formazione Animatori Laudato Si’” promosso dal Movimento Cattolico Mondiale per il Clima. Fino a quel momento ne ignoravo l’esistenza. Sinceramente, ho sempre pensato che fosse prerogativa di movimenti ambientalisti e che non esistesse una realtà cattolica al riguardo. Però, come si legge dal loro sito, l’enciclica di papa Francesco sulla cura della casa comune è un appello pressante che si fonda su una lunga storia di insegnamento cattolico.

I promotori del corso nella presentazione scrivono che <<è una risposta alla chiamata della Chiesa a prendersi cura del Creato da parte di tutti i fedeli. Gli Animatori Laudato Si’ in tutto il mondo, sono circa 17.000, distribuiti su 73 paesi nei cinque continenti. In Italia il programma è stato avviato nel 2019 e la nostra rete conta circa 2.000 animatori>> .

In questo momento in cui la nostra casa comune <<sta vivendo un momento di profonda crisi, sanitaria e ambientale, sociale, economica, educativa>> l’appello è pressante anche per me. E non è solo una questione di coscienza. Ma anche di impegno ad ampio spettro nella e per la società in cui vivo. A maggior ragione in questi anni in cui la mia famiglia è chiamata a custodire un luogo di spiritualità. Proprio questa chiamata a custodire richiede una formazione ed un approfondimento sul verso senso di questa parola, e quindi di essere vissuta per davvero.

Spesso si accusa papa Francesco di essere un ambientalista se si parla di ambiente almeno quanto lo si accusa di comunismo quando parla di proprietà privata e di economia. Il fatto è che usa un linguaggio in cui cerca di rendersi comprensibile a tutti, ben sapendo che i cattolici sono circa 1 persona ogni 8 nel mondo. Quindi, se 7 persone su 8 non sono cattoliche, in qualche modo bisognerà parlare con loro, e trovare soluzioni comuni a problemi comuni. è ciò che la Dottrina Sociale della Chiesa dice fin da subito nel suo Compendio poiché <<è proposto anche ai fratelli delle altre Chiese e Comunità Ecclesiali, ai seguaci delle altre religioni, nonché a quanti, uomini e donne di buona volontà, si impegnano a servire il bene comune>> (cfr. Compendio DSC n.12). Questo rivolgersi a tutti è un aspetto che caratterizza le cosiddette encicliche sociali.

La questione ecologica non è un problema sollevato da papa Francesco con la Laudato Sì, perché già il Concilio Vaticano II, con Gaudium et Spes aveva iniziato ad inquadrare il problema all’interno di quel principio di dottrina sociale chiamato “destinazione universale dei beni“. Paolo VI nelle lettera apostolica Octogesima Adveniens per l’80° anniversario dell’enciclica Rerum Novarum elencava diverse sfide tra cui l’urbanizzazione spinta, le migrazioni dovute a catastrofi climatiche, il lavoro e l’ambiente, e <<per la loro urgenza, la loro ampiezza e la loro complessità, devono essere al centro delle preoccupazioni dei cristiani negli anni prossimi, affinché, insieme con gli altri uomini, essi s’impegnino a risolvere le nuove difficoltà che coinvolgono l’avvenire stesso dell’uomo>>. Se l’avvenire umano era coinvolto (e minacciato) negli anni del boom economico occidentale e della rincorsa al nucleare come armamenti e sistema di produzione energetica, oggi la minaccia non è meno impellente di allora. Si pensi solo che sono passati a malapena dieci anni dall’ultimo disastro nucleare (Fukushima). Ed è di questi giorni la notizia assai preoccupante di un sabotaggio avvenuto ad una centrale nucleare iraniana, a Natanz dove erano state inaugurate da poco due centrifughe per l’arricchimento dell’uranio.

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La lotta contro la povertà e il degrado umano, andare incontro alle periferie esistenziali dell’oggi, passa anche per una rinnovata presa di coscienza di essere custodi del nostro mondo naturale che è l’ambiente che ci permette la vita. Un esempio che da giovane mi colpì fu la storia di suor Dorothy Stang, definita prima martire del creato, uccisa perché difendeva le popolazioni locali dalla deforestazione selvaggia (qui il libro sulla sua storia). A testimonianza del fatto che lo strapotere del denaro, e il suo uso distorto fino a farlo diventare un idolo, non causa solo degrado ambientale, ma anche umano. Ed uccide l’uomo stesso minacciando la pace come scrisse Giovanni Paolo II nel 1990: <<Si avverte ai giorni nostri la crescente consapevolezza che la pace mondiale sia minacciata, oltre che dalla corsa agli armamenti, dai conflitti regionali e dalle ingiustizie tuttora esistenti nei popoli e tra le nazioni, anche dalla mancanza del dovuto rispetto per la natura, dal disordinato sfruttamento delle sue risorse e dal progressivo deterioramento della qualità della vita>> e più avanti, parlando del fondamento morale della crisi ecologica affermava che << il segno più profondo e più grave delle implicazioni morali, insite nella questione ecologica, è costituito dalla mancanza di rispetto per la vita>>. Concludeva il messaggio per la giornata mondiale della pace 1990 riaffermando quanto il Magistero ha sempre insegnato: <<Il rispetto per la vita e per la dignità della persona umana include anche il rispetto e la cura del creato>>.

Con questa consapevolezza affronterò il corso di formazione e le sfide che seguiranno allargando il mio sguardo a questioni globali per generare cambiamenti virtuosi nel locale, nella parrocchia e nel comune in cui abito.

Gli obiettivi del corso:

  • Imparare i concetti della Laudato si’ ed il modo in cui l’enciclica si inserisce rispetto ai principi dell’insegnamento sociale cattolico della dignità umana, del bene comune e della solidarietà. 
  • Comprendere le cause e le conseguenze del cambiamento climatico – come l’ingiustizia di questa crisi colpisca la terra e i poveri. 
  • Vedere esempi di come si può vivere la Laudato si’, connettendosi con un movimento globale. 
  • Attivarsi con l’organizzazione di un evento o un’attività per la propria comunità, parlare con gli altri della Laudato si’ ed avere la possibilità di riflettere su questo apprendimento.
  • Rispondere alla chiamata a portare la Laudato si’ nella propria vita, per realizzare azioni per prenderci cura del creato ispirate dalla fede. Vedere come la nostra fede si collega al dovere etico di affrontare la crisi climatica. 
  • Dedicarsi alla conversione ecologica personale continua, affinché i nostri cuori e i nostri occhi siano aperti al grido della terra e dei poveri e siano chiamati ad un’azione più profonda, vivendo un coinvolgimento attivo con il GCCM, ad esempio costruendo un Circolo LS, partecipando alle iniziative della Generazione del Laudato si’ oppure sostenendo la nostra missione comune. 

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